Oggi abbiamo conosciuto Anselmo. Siamo arrivati a lui attraverso due donne fantastiche che non ho mai incontrato personalmente ma che hanno deciso a tutti i costi di farci un regalo: le biciclette per Bruno e Sofia. Non è un regalo semplice da fare, sia chiaro, perché non si tratta di andare dal rivenditore di bici e acquistarle. E no! Non ci sono in commercio biciclette adatte a Sofia e non ci sono per Bruno. Così quando Simonetta e Amelia hanno letto la nostra storia e visto le foto dei bimbi mi hanno contattata per dirmi che avevano messo in piedi una raccolta di fondi per farci una sorpresa. Non ho accettato subito Ho pensato che sicuramente qualcuno ne avrebbe avuto bisogno più di noi. Lavoriamo entrambi e ce la facciamo.
Loro però mi hanno tenuta lì ferma a dirmi e a dirmi ancora che famiglie come la mia ne conoscono tante e che ci sono cose che è difficile per tutti noi acquistare o realizzare. E questo è tremendamente vero. Per noi tutto ha un prezzo. Anche il divertimento, lo svago. Ad un bambino basta scendere in strada con un pallone ed è felice. A Sofia no. Lei non può. Così quando mi hanno parlato di bicicletta non ho potuto rifiutare il regalo. Una bici adattata costa tanto. Quel tanto si aggira sui tremila euro e a volte il prezzo decolla verso cifre inarrivabili. Basta richiedere il colore che desidera Bruno o una nuance per Sofia e si comincia ad aggiungere euro su euro. E poi le gambe si allungano, i bimbi crescono, tutti i bimbi crescono, e con quelle gambe lì la bicicletta da tremila euro acquistata l’anno prima non va più bene l’anno successivo.
Così alla fine le famiglie rinunciano, e la cosa più semplice del mondo diventa impossibile. C’è dell’assurdo nel pensare che il gioco non sia un diritto di tutti i bambini. Tant’è però. Quindi nel nomenclatore, il grande calderone che contiene i codici di tutto quello che il Servizio Sanitario nazionale può passare ad una persona con disabilità, non c’è la bicicletta per Sofia. così come non ci sono i giocattoli. Ma questa è un’altra storia che vi racconterò più in là. Nel nomenclatore potremmo trovare una bici a tre ruote, che Bruno ha avuto. Bicicletta uguale per tutti, che ti piaccia la mountain bike o meno, che tu sia amante del cambio manuale o elettrico, Il modello è basico, questo passa il convento. Il mercato privato invece ti tenta come le sirene di Ulisse. Basta navigare su internet per ritrovarsi con gli occhi innamorati della tecnologia all’ avanguardia, dei telai fiammanti, dei modelli pazzeschi con cui potrei sfrecciare con Sofi. E poi-sbang- ti infrangi sul prezzo.
Se si è ricchi si può essere meno disabili. Non è uno scherzo, non lo dico per far battute. Sul mercato c’è tutto quello che serve ad una persona per vivere meglio…ma non è nel nomenclatore. Potrei avere una carrozzina leggerissima e invece mi ritrovo a sollevare un carro armato. Al nomenclatore piace così. Poi però un giorno due signore ti parlano di Anselmo. Cavoli, un mito. Lui che ha un figlio con disabilità, un ragazzone bellissimo di nome Francesco, costruisce quelle biciclette di cui sei follemente invaghita, e le fa a misura dei tuoi desideri ma soprattutto di quelli del bambino. E su colori fiammanti incide anche il loro nome. Anselmo lo fa facendosi pagare solo ed esclusivamente la manodopera. Da lui arrivano da ogni parte d’Italia. Ha una lista lunghissima Anselmo, ma realizza i sogni di tutti perché ha cominciato con quello di suo figlio. Così oggi sono stata a casa sua. Non l’ho abbracciato per timidezza ma ho provato amore nei suoi confronti. Ho osservato sua moglie, lì sulla veranda mentre ci portava dell’acqua, così minuta di fianco a quel figlio tanto alto che scalpitava per andare in giro con la sua bici. Ci siamo tutti persi nelle parole di Anselmo che ci ha aperto il suo garage e mostrato delle vere opere di ingegneria. Ogni pezzo è realizzato per aiutare il bambino, il ragazzo o l’adulto non solo ad andarsene in giro pedalando ma per sentirsi parte di questo mondo qui. e vi assicuro che a volte bastano due ruote in più. Lui ne costruisce anche di pazze. Ci sono bici che fanno il caffè e lo zucchero filato. Ma quelle sono sue e di Francesco. Siamo stati con loro in quella villetta nel verde vicino Mantova per tre ore, in un paese chiamato Borgo Virgilio.
Quel tempo ci è bastato per capire che se veramente si vuol cambiare il mondo si può partire da una catena ben oleata. Ora grazie a Simonetta e Amalia e a quel Leonardo di Anselmo, tra un mese Bruno sfreccerà su di una bici da corsa con cambio e uno strano aggeggio studiato per l’equilibrio, e Sofia… come ve lo spiego? Sappiate che potrà pedalare. Anselmo Sanguanini e i suoi capolavori li trovate su Fb.
Visto l’orario, le 3:00, notte a tutti.
Il colore della bicicletta di Sofia? ?… complimenti ad Anselmo che con la sua passione regala gioia ai bambini ?
Ciao. Il colore non lo abbiamo ancora scelto.
CHE DIRE , GRAZIE ANSELMO….., noi siamo vecchi e la nostra bimba un po’ meno bimba e più provata dalla malattia , però sono contenta per tante famiglie con figli che potranno usufruire del tuo ingegno e delle tua capacità .
Fantastica storia❤️…anche il mio Davidino adora i giri in bici, ma lui non è in grado di pedalare nè di guidarla e finora abbiamo utilizzato seggiolini opportunamente adattati dal fabbro per contenerlo, ma stavamo cercando (visto che ora che ha quasi 18 anni non è più semplice trasportarlo così con una bici normale) delle soluzioni alternative. Le bici elettriche o con pedalata assistita sono inavvicinabili e non so neppure se consentono il trasporto di una seconda persona…quindi capisco davvero quanto grande possa essere stato questo regalo….un abbraccio a tutti
Questa storia tocca il cuore. Questo dimostra che se gli uomini passassero meno tempo a fare la guerra, potrebbero concentrarsi di più sulle reali esigenze dei cittadini.
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